Comitato italiano per le Assemblee dei Cittadini estratti a sorte
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In che modo risponde il parlamentare sorteggiato delle sue scelte, visto che non essendo eletto non ha nulla da perdere?

In che modo risponde il parlamentare sorteggiato delle sue scelte, visto che non essendo eletto non ha nulla da perdere?

Il cittadino sorteggiato ha in realtà molto da perdere da una sua scelta sbagliata o presa contro l’interesse generale, perché l’interesse generale è anche il suo. Questo vale per lui ma non per il politico eletto perché quest’ultimo ha la possibilità di diventare “casta”, dal momento che il mandato di un eletto non ha durata limitata nel tempo, a differenza di quello di un cittadino sorteggiato.

Si consideri poi che nel nostro ordinamento e a dir la verità in quasi tutti, non esiste vincolo di mandato per i parlamentari eletti. Ciò significa che essi sono del tutto liberi nelle loro votazioni e non devono necessariamente rispondere al proprio elettorato per le loro scelte. Allo stesso tempo, l’interesse dell’eletto nel rispondere alle istanze del suo elettorato è del tutto privato, teso cioè al beneficio personale della rielezione.

Questo è dovuto al fatto che l’eletto possa in ogni momento ricercare vantaggi personali per il futuro della sua carica/carriera. Quindi, la libertà dell’eletto è in realtà molto relativa, vincolata da un lato dal miraggio della rielezione e dall’altro dalla disciplina di partito che, come sappiamo, può portare i singoli a votare in modo dissimile dalla loro volontà originaria.
Ebbene, tutto questo per un sorteggiato non è valido. Egli è realmente libero poiché del tutto indipendente. Non vi è evidentemente disciplina di partito, poiché non vi è partito. Non vi è un elettorato cui dover rispondere, ma ciò non significa che non vi sia accountability. Anzi, proprio perché il sorteggiato è un comune cittadino, egli potrebbe ritrovarsi a dover giustificare la propria azione dinanzi ai suoi concittadini; specialmente a coloro che, per affinità di vario tipo, possono aver visto in lui un loro rappresentante. In cosa si differenzia questa accountability da quella dell’eletto? Dal fatto che il mandato del sorteggiato è limitato nel tempo e ciò fa sì che questo non abbia neppure la possibilità temporale e materiale di ottenere un qualche beneficio futuro a titolo meramente personale.

Di fronte a queste legittime perplessità, dovremmo tutti rispondere con una domanda: se io, cittadino, fossi sorteggiato a membro di un’Assemblea ad occuparmi di un tema di interesse pubblico che tocca gli altri come me e non avessi modo di trarre da quest’esperienza alcun vantaggio meramente personale (magari anche a discapito della comunità), perché mai non dovrei impegnarmi nell’agire nell’interesse mio e dei miei concittadini?

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