Il sale nell’antica Roma rappresentava un tesoro; era sì utilizzato per insaporire, ma i romani sapevano anche come trasformarlo in un forno.
Nell’antica Roma il sale era essenziale non solo per insaporire le pietanze ma anche per conservare e cuocere i cibi. Era insomma utilizzato come vero e proprio elettrodomestico moderno che riduceva al minimo gli sprechi.
Che i romani sapessero come utilizzare al meglio quello che avevo tra le mani è cosa ben nota. Ne sono testimonianza tutte le grandi opere strutturali e ingegneristiche che ci hanno lasciato, ma anche i numeri affreschi che raccontano la vita di tutti i giorni e quelle che succedeva nelle domus.
Le cucine dei romani erano attrezzate, ma di certo non c’erano tutti gli elettrodomestici che abbiamo noi oggi a disposizione. Tuttavia anche in queste circostanze hanno saputo come ovviare al problema e creare un meccanismo di cottura, del tutto naturale e zero sprechi, che permettesse di cuocere i cibi in maniera eccellente. Il protagonista di questo marchingegno era il sale.
Grazie soprattutto agli affreschi che ci è stato permesso conoscere l’uso che i romani facevo del sale. Questo era considerato un bene essenziale che serviva ad insaporire le pietanze ma ancora più permetteva la lunga conservazione e la cottura dei cibi. Non a caso il salario come lo intendiamo noi oggi deriva proprio da sale, in quanto i legionari romani erano retribuiti anche con quantità di sale che permettevano la conservazione degli alimenti.
Se oggi la ricerca si concentra sull’elettrodomestico di ultima generazione che permette di cuocere ma anche di risparmiare in efficienza energetica, i romani avevano un proprio “elettrodomestico” naturale che era realizzato proprio con il sale.
I cuochi romani avevano infatti perfezionato al meglio un metodo di cottura che è tra i più antichi del mondo e che prevede l’utilizzo del sale. Oltre ad utilizzarlo per condire ed insaporire le pietanze, il sale era fondamentale per la lunga conservazione dei cibi -grazie alle sue proprietà disidratanti, impediva la crescita di batteri e funghi garantendo la lunga durata degli alimenti- e ancor più per la cottura.
I cuochi sigillavano completamente il pesce ma anche le carni più pregiate in croste di sale umido. I forni di sale dell’antica Roma sono una vera e propria tecnica di cottura; il sale durante la cottura si induriva creando una crosta che sigillava i succhi e gli odori che poi si sprigionavano una volta rotto il guscio. Il risultato? Si ottenevano pesci e carni tenere e saporite ma non salate come si potrebbe pensare.
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