Trattenute INPS e pensione privilegiata: il ricorso viene rigettato, ma il pensionato ottiene una riduzione dell’indebito
La Corte dei Conti ha rigettato il ricorso contro le trattenute mensili operate dall’INPS, concludendo un lungo contenzioso nato da errori di calcolo sulla pensione di un ex dipendente della Polizia di Stato in quiescenza per invalidità assoluta e permanente. Il cuore della questione riguarda il ricalcolo della pensione privilegiata, inizialmente riconosciuta al pensionato nel 2017 e poi inspiegabilmente esclusa nel computo successivo dell’INPS.
Questo errore ha generato un esuberante indebito, portando l’ente previdenziale a richiedere la restituzione di una somma molto elevata. L’INPS aveva inizialmente chiesto al pensionato la restituzione di 29.565,72 euro lordi (21.859,35 euro netti) a seguito della riforma in Appello che aveva abbassato l’aliquota della sua pensione dal 44% al 42,974%. Tuttavia, la reale causa dell’indebito non era solo la riduzione dell’aliquota, bensì l’omissione della pensione privilegiata nel ricalcolo della pensione.
Questo ha portato il pensionato a impugnare il provvedimento dell’INPS, sostenendo che gli errori commessi fossero alla base delle somme richieste. La Corte dei Conti ha riconosciuto che l’INPS aveva effettivamente omesso di calcolare la pensione privilegiata, errore poi corretto dall’ente previdenziale nel corso della causa. Il ricorso contro le trattenute mensili operate dall’INPS è stato respinto nella parte in cui si contestavano ulteriori errori nella liquidazione della sentenza di primo grado.
Tuttavia, il ricalcolo effettuato dall’INPS ha portato a una riduzione significativa della somma da restituire. Dopo aver riconosciuto l’omissione della pensione privilegiata e scomputato quanto già restituito, l’importo definitivo da versare è stato ridotto a soli 1.611,28 euro. Una cifra ben inferiore rispetto alla richiesta iniziale, evidenziando l’errore di calcolo dell’INPS che aveva causato un’indebita richiesta di restituzione.
Durante il procedimento, le trattenute mensili sulla pensione erano state sospese nella fase cautelare, accogliendo la richiesta della difesa del pensionato. La sentenza della Corte dei Conti, pur non accogliendo integralmente il ricorso, ha comunque portato al riconoscimento degli errori commessi dall’INPS, con un effetto concreto sulla riduzione dell’indebito. Il pensionato ha ora la possibilità di impugnare la decisione presso le Sezioni Centrali di Appello, continuando a far valere i propri diritti.
La vicenda dimostra quanto sia essenziale un corretto calcolo della pensione privilegiata e quanto gli errori dell’INPS possano influire sulle somme richieste ai pensionati. Il ricorso contro le trattenute mensili operate dall’INPS ha portato alla conferma di un errore iniziale che, se non corretto, avrebbe generato un ingiusto debito per il pensionato. La riduzione della somma da restituire evidenzia l’importanza di un’accurata verifica dei ricalcoli effettuati, soprattutto quando si tratta di pensioni derivanti da invalidità permanente.
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