È in fase di discussione una riforma della legge che disciplina l’attività venatoria in Italia: cosa prevede il nuovo disegno di legge.
Il Governo Meloni starebbe lavorando per modificare la legge che disciplina l’attività venatoria (legge n. 157 dell’11 febbraio 1992). La nuova proposta di modifica introduce delle novità che riguardano sia la tipologia di armi per la caccia sia i giorni consentiti per cacciare.

Una proposta, il cui testo comprende 18 articoli, che ha già suscitato delle polemiche non solo da parte di alcuni partiti dell’opposizione, ma anche di associazioni ambientaliste come Legambiente. Capiamo nel dettaglio quali sono le modifiche che potrebbero essere introdotte attraverso la riforma messa a punto dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Riforma sulla caccia: cosa prevede il testo del disegno di legge
Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha elaborato un disegno di legge per modificare la legge sulla caccia attualmente vigente nel nostro Paese. Si tratta di un provvedimento, composto da 18 articoli, che introdurrebbe delle novità sostanziali alle norme vigenti.

Tra le modifiche più rilevanti troviamo quella che riguarda le armi consentite per l’attività venatoria. Nel dettaglio, come riporta la redazione di Sky Tg24, sarà consentito l’uso di fucili a canna liscia fino a due colpi, semiautomatici con caricatore di massimo due cartucce, di calibro massimo 12, fucili a canna rigata con caricatore omologato (calibro minimo 5,6 mm). Consentito anche l’uso di fucili combinati, archi e falchi. Per quanto riguarda la caccia ai cinghiali, il caricatore dei fucili a ripetizione può contenere fino a cinque cartucce.
Sono introdotti anche dei limiti settimanali per la caccia con il divieto di attività venatorie per più di tre giorni a settimana e con la sospensione durante il martedì e il venerdì, ad eccezione della caccia di selezione agli ungulati e alle altre specie inserite nell’apposito decreto del Ministero dell’Agricoltura. Secondo la riforma, le Regioni potranno disporre i giorni consentiti, ma nel rispetto di quanto stabilito dalla riforma.
Un’ulteriore disposizione prevede che gli imprenditori agricoli, proprietari e conduttori di fondi, se in possesso di licenza e corsi di formazione, possono richiedere l’autorizzazione a svolgere interventi di contenimento per i cinghiali. Gli animali cacciati potranno essere trattenuti, ma bisognerà prima effettuare un’analisi igienico-sanitaria.
Questa proposta di legge ha provocato le critiche dell’opposizione, con Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle dettisi contrari all’approvazione della riforma. Dello stesso parere anche Legambiente, il cui presidente Stefano Ciafani ha sostenuto come le modifiche rischiano di “cancellare 60 anni di politiche e azioni a tutela della fauna selvatica”. L’associazione ambientalista ha, dunque, chiesto all’esecutivo di fermare la riforma definita come una “devastazione legislativa”. Inoltre, si teme che queste modifiche possano dare il via alla caccia nelle spiagge riducendo anche le aree protette.