Ecco perché puntare tutto sui titoli di Stato può farti perdere una fortuna

I titoli di Stato vengono quasi sempre presentati come investimenti sicuri e vantaggiosi: possiamo fidarci?

L’Italia, attraverso il suo Governo e i principali attori del suo mercato finanziario, ha tutto l’interesse a promuovere l’acquisto di titoli di Stato. La cessione di questi strumenti rappresenta infatti per lo Stato una strategia chiave per finanziare il debito pubblico. Ciononostante, per gli investitori, puntare esclusivamente su questi strumenti non è sempre la scelta più conveniente o azzeccata.

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Titoli di Stato: non sempre la scelta più conveniente – politicipercaso.it

Acquistando titoli di Stato, in pratica, l’investitore presta del denaro al Governo, che poi si impegna a restituirlo con degli interessi alla scadenza. E, da sempre, tali strumenti sono considerati come investimenti a basso rischio, proprio poiché garantiti dallo Stato. Riscuotono successo anche perché offrono cedole periodiche o rendimenti fissi a scadenza. Inoltre, godono di una tassazione ridotta rispetto ad altri strumenti finanziari.

Tali strumenti rivelano altresì degli svantaggi che raramente vengono discussi o sponsorizzati. Partiamo dal rendimento… Quasi tutti i titoli di Stato offrono rendimenti inferiori rispetto ad altre forme di investimento, come per esempio le azioni o i fondi. Inoltre, si parla poco del rischio inflazione e del cattivo effetto del rating.

Con questi strumenti, l’inflazione supera il rendimento, il potere d’acquisto del capitale investito potrebbe diminuire. E, ancora più grave, se il rating italiano dovesse essere abbassato (com’è già capitato negli anni scorsi), il valore dell’investimento potrebbe addirittura crollare. Tutto ciò con un guadagno massimo medio del 4%.

Titoli di Stato: non sempre la scelta più conveniente

In generale, è sempre sconsigliabile investire esclusivamente in titoli di Stato. Apparentemente puntare tutto su strumenti garantiti può sembrare una scelta intelligente. Dal punto di vista strategico, invece, si potrebbe andare incontro non solo ai problemi relativi al rating e all’inflazione, ma anche al limite del rendimento basso rispetto alla crescita del costo del denaro.

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Titoli di Stato: non sempre la scelta più conveniente – politicipercaso.it

Un BTP decennale ha per esempio un rendimento annuo lordo del 3,65%, con cedole semestrali. Con un BTP Green a 20 anni, il rendimento lordo sale a 4,10%, ma con una durata più lunga. Tutto ciò dovendo affrontare anche dei vincoli di liquidità. I titoli di Stato più redditizi sono quelli che hanno scadenze lunghe. E ciò significa che il capitale dovrà restare bloccato per anni.

Storicamente, i mercati azionari hanno dimostrato di poter offrire rendimenti nettamente superiori nel lungo periodo rispetto ai titoli di Stato. A oggi, puntare solo sugli strumenti sponsorizzati dal Governo potrebbe essere una scelta miope e poco coraggiosa.

Parlare, infine, di uno strumento sicuro è fuorviante: nessun investimento può mai essere sicuro al 100%. Con i titoli di Stato, in caso di default sovrano (com’è accaduto in Argentina o in Grecia), quando il Governo è costretto a ristrutturare il debito, si arriva sempre alla ridefinizione del valore nominale dei titoli o ad allungare le scadenze. E, a quel punto, gli investitori potrebbero recuperare solo una parte del loro investimento. Per non rischiare, bisogna sempre diversificare.

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