Il presidente del Senato Ignazio La Russa si è espresso, nel corso di un evento a Firenze, in merito al referendum in programma l’8 e il 9 giugno.
Manca sempre meno al referendum che si terrà nelle giornate di domenica 8 e lunedì 9 giugno. I cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti abrogativi che riguarderanno, in particolare, lavoro e cittadinanza.

Il referendum ha spaccato lo scenario politico e che, con molta probabilità, si giocherà sul raggiungimento del quorum. La maggioranza, difatti, ha già espresso la propria posizione promuovendo l’astensione, mentre, invece, le opposizioni puntano, eccetto alcuni casi, per i cinque “si”. In merito, è intervenuto il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha voluto manifestare la propria posizione in vista del referendum.
Referendum 8 e 9 giugno, La Russa: “Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa”
In occasione dell’incontro “Spazio Cultura”, organizzato a Firenze, è intervenuto il presidente del Senato Ignazio La Russa che si è espresso anche in merito al referendum abrogativo in programma l’8 e il 9 giugno. Nello specifico, i cittadini dovranno esprimersi su quattro quesiti sul lavoro ed un quinto sulla cittadinanza. Trattandosi di un referendum abrogativo votando il “sì” si chiederà l’abrogazione di una legge, mentre con il “no” si chiede di mantenerla.

Il referendum del prossimo mese ha già diviso lo scenario politico con i partiti del centrodestra schierati verso l’astensione, mentre l’opposizione è quasi tutta a favore dei cinque “sì”, ad eccezione del Movimento 5 Stelle che sarebbe per “sì” per quanto riguarda i quesiti sul lavoro e non ha ancora preso posizione in per il quinto quesito. Azione e Italia Viva, invece, voteranno “sì” solo al requisito sulla cittadinanza.
Il presidente del Senato, durante il suo intervento a Firenze, come riporta Sky Tg24, ha dichiarato: “Continuo a dire che ci penso, però, di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa”. La Russa, dunque, segue la linea del centrodestra che promuove l’astensione con l’obiettivo del mancato raggiungimento del quorum che renderebbe non valido il referendum. Sarà necessario, dunque, per essere validi i referendum abrogativi, che si raggiunga il 50% più uno dei cittadini aventi diritto al voto.
In particolare, riporta Repubblica, Fratelli d’Italia, con una comunicazione interna inviata ai vari parlamentari, avrebbe spiegato che non votare rappresenta un modo per esprimere dissenso nei confronti di una iniziativa promossa dalla sinistra e, dunque, “di parte”.